Cioè… io domani avrei un esame all’università.
Uno di quegli esami che solo una grandissima botta di deretano potrebbe farmi superare.
Datosi che trattasi (parlo bene, eh?) di “Analisi dei dati“.
E per la precisione, metodi di raccolta e di analisi dei dati in psicologia. Statistica.
Pura e fecale statistica.
Io che mi ero iscritta a Psicologia (dopo la maturità scientifica) per non avere mai più a che fare con i numeri in vita mia, mi ritrovo a sostenere il secondo, dico SECONDO, esame del genere.
E siccome il primo l’ho preso solo grazie ai punti della Centrale del latte, dovrei proprio trovare un santo a cui votarmi. Forse S. Alberto Magno, patrono dei matematici?
O vado sul sicuro e accendo un cero a S. Antonio?
O semplicemente la smetto di cazzeggiare qua sopra e me ne vado a studiare?
“C’è una storia dietro ogni persona. C’è una ragione per cui loro sono quel che sono. Loro non sono così solo perché lo vogliono. Qualcosa, nel loro passato, li ha resi tali e alcune volte è impossibile cambiarli.”
…sì, bei tempi quando riuscivo a dirmi: “Certe volte sei proprio una stupida“.
Perché ora sono una stupida per la maggior parte delle volte.
Riesco a infondere stupidità in quasi tutto quello che faccio, e più mi sembra di stare per compiere una grande impresa, più, alla fine dei conti, risulta di una stupidità colossale.
Vomito cazzate una dietro l’altra e ho un certo talento nel rendermi ridicola: inciampo quando dovrei camminare a testa alta, secondo le più rigide regole del “schiena dritta, pancia in dentro e petto in fuori”; dico boiate quando la situazione richiederebbe un italiano forbito, brillante e acuto; mi paralizzo quando sarebbe il momento di agire e, viceversa, mi lancio in comportamenti imbarazzanti e del tutto fuori luogo, quando sarebbe il momento di star ferma o di star zitta.
E più ci tengo a far bella figura, più ottengo risultati penosi.
Che io sia stata assemblata in una maniera stramba non è una novità… d’altra parte, avevo sonno quattro ore fa, quando non era il momento di andare a dormire, ora che é il momento di andare a dormire non ho sonno e mi addormenterò quando sarà il momento di svegliarmi.
Sono un disastro, sono la Bridget Jones del sud Italia, “la scema del villaggio globale”, con la differenza che non sono bionda, non ho un paio di mutandine zebrate, non lavoro in una casa editrice con un capo mozzafiato, non ho amici gay (un momento… sì, questo forse sì!) e non ho un avvocato, paladino dei diritti civili, con cui firmare il mio happy end.
In compenso ho un giro vita che fa provincia, un cespuglio informe sulla testa che solo il vento riesce a mettere in piega, e la capacità di eccitare un uomo pari a quella di una scimmia urlatrice. Non ho niente di misterioso, l’arte della seduzione, questa sconosciuta, sta a me come l’altezza sta a Pupo e se provo un passo, in questo senso, scateno reazioni che variano dall’allibito all’ilare!
Esiste una scuola, per caso, dove potermi iscrivere ed evitare in futuro situazioni deprimenti?
Se proprio non posso essere l’asso delle mosse azzeccate, vorrei almeno passare dal titolo di “regina delle figure di merda” a quello di “regina dell’anonimato”… sarebbe un gran passo avanti!
Sperando di non inciampare…
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