“Memento (g)audere semper”!
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The Rain Woman
Credo stia per venire a piovere.
E no, non ho guardato le previsioni del tempo.
Io non c’ho bisogno dell’Epson Meteo.
Io quando sta per piovere lo so da me. Io. Tzè!
Me lo dicono innanzitutto questi nuvoloni neri che non promettono nulla di buono, ma in modo particolare me lo urlano i folletti minatori che ho nella testa.
Me lo urla il mal di testa.
Che poi a una che già ha le sue crisi esistenziali, i suoi chili di troppo, un giro vita che fa provincia, un culo inesistente (non metaforicamente, s’intende, parlo proprio dei glutei poco sviluppati), una fame disgraziata, un’altezza che non è mezza bellezza, capelli indomabili e due zinne rivoluzionarie, ci mancava solo di essere meteoropatica.
La paladina del cattivo tempo, quella che eroicamente porta sulla sua testa, sul suo collo, neanche fosse dio Atlante, il travaglio delle nuvole gravide d’acqua.
Però devo ammettere, vittima della ferocissima sindrome di Stoccolma, che amo la pioggia.
Amo il momento in cui le nuvole si aprono, quando l’acqua inizia a scendere e il mal di testa si dissolve.
Come in una sinfonia… il suono che fa quando si scontra con l’asfalto, le lamiere, i vetri, le foglie…
L’odore che sprigionano l’erba e il terreno quando incontrano la pioggia.
Affacciarsi alla finestra e non vedere altro che miliardi di gocce che si rincorrono, lavando e purificando tutto quello che trovano sul loro percorso, gli animali che si abbeverano alle pozzanghere…
Io amo la pioggia. Amo passeggiare senza ombrello mentre viene giù, anche se sono costretta ad asciugare di continuo le lenti degli occhiali, amo sentirla nei palmi delle mani, sul naso, tra i capelli. E, in quei momenti, amo piangere senza ritegno, tanto nessuno sarà capace di distinguere le lacrime dalle gocce di pioggia.
Amo stare a letto mentre piove, al buio, di notte, contare i secondi che intercorrono tra il lampo e il tuono e lasciarmi cullare dal loro suono.
Amo rotolarmi nel piumone e strusciare il viso sul cuscino, quasi come se fosse una danza.
Amo fare l’amore mentre fuori c’è il temporale.
E amo Gabriele D’Annunzio che ha cantato la pioggia. Sublime.